Toscanizziamo strade e autostrade

Siamo entrati nell’età della vecchiaia del cemento armato e non abbiamo nessuno che, territorio per territorio, se ne occupi seriamente e si assuma in proposito delle responsabilità. A furia di esternalizzare e delegare lavori, installazioni e riparazioni, ci cascano addosso i cartelli stradali e non abbiamo nessuno che, chilometro per chilometro, faccia alcun controllo preventivo. Nessuna grande realtà di servizio pubblico nazionale investe a sufficienza di manutenzione e prevenzione. Che fare di fronte a questo disastro?

Dal grande disastro del ponte Morandi al piccolo disastro di Cascina (il crollo del cartello stradale in FiPiLi a cui si riferisce la foto di questo articolo), questa estate i media sono stati costretti a dare spazio ai temi della gestione e della cura delle grandi reti pubbliche. Temi difficili, perché implicano sacrificio e diligenza, non facile pubblicità per i politici nazionali, né facili profitti per i grandi beneficiari delle c.d. “privatizzazioni”.

Il tema dell’invecchiamento del cemento armato è ovviamente gigantesco, ma anche i temi più piccoli della qualità delle installazioni metalliche non sono certo da sottovalutare, dopo tanti anni di esonero dalle responsabilità, attraverso il continuo “subappalto” di tutto.

Per tutte le reti pubbliche che sono vitali, a cominciare proprio dalle strade e delle autostrade toscane, Comitato Libertà Toscana ha una proposta netta: toscanizziamole.

Ma come, ci direte, la gestione della SGC FiPiLi non è già decisa da noi toscani? In teoria sì, in realtà è tutta delegata a una catena infinita di esternalizzazioni, appalti e subappalti, come si capisce approfondendo un po’ nella struttura delle società concessionarie.

ANAS ci tratta come una periferia. Le società autostradali nazionali – già lo sapete – sono state sottratte a ogni controllo pubblico. Altre poche strade regionali e provinciali sono curate solo attraverso appalti occasionali, in più in un momento di generale sottofinanziamento di ogni lavoro pubblico.

In sostanza: il popolo toscano non ha sufficiente controllo sulla propria rete stradale principale, quella fatta da ex strade statali, superstrade, autostrade.

Noi lotteremo a oltranza per una gestione diversa e locale, fondata sulla responsabilità, sulla vigilanza, sui controlli preventivi, sulla cura e sulla diligenza quotidiana.

Noi ci immaginiamo la gestione della rete delle strade, superstrade e autostrade più importanti, affidata a una confederazione di dipartimenti pubblici toscani (una struttura orizzontale, fatta da gruppi di lavoro, non una delle solite piramidi allungate, piene di dirigenti intermedi lontani dall’operatività).

Ciascun dipartimento dovrebbe occuparsi di tratti di poche decine di chilomentri (quello che una squadra di operati e tecnici può sorvegliare in una giornata, fra andata e ritorno). Ciascun dipartimento dovrebbe essere in grado di agire direttamente per risolvere problemi ordinari, con persone e mezzi propri, facendosi carico di tutto (compresa una pulizia che non disperda rifiuti nell’ambiente e che renda più decoroso e più gradevole ogni percorso).

Ciascun dipartimento dovrebbe essere autonomo nel chiamare ditte locali a collaborare nel caso di lavori più importanti.

I dipartimenti locali dovrebbero collaborare strettamente fra di loro, secondo principi di prossimità, e raccordarci direttamente con i comuni, i quartieri, i paesini, le comunità locali, CON CAPACITA’ DI ASCOLTO DI CIO’ CHE LA GENTE VEDE E SEGNALA, passando sulle strade ogni giorno o vivendoci vicino.

Solo i progetti più importanti, nel rispetto delle attuali normative italiane ed europee, dovrebbero essere ovviamente a sottoposti a gare pubbliche europee.

La rete toscana dei dipartimenti pubblici di manutenzione e gestione di strade, superstrade e autostrade non avrebbe alcun fine di lucro. Dovrebbe reinvestire tutto quanto incassa (contributi dalla fiscalità generale o dai pedaggi) nella cura, nella manutenzione, nella riparazione.

Tutto dovrebbe essere sotto il continuo controllo di comitati di cittadini, contribuenti, utenti, esperti – indicati da ogni formazione politica e sociale (o magari eletti direttamente, o magari anche estratti a sorte, come avviene in tutte le grandi tradizioni democratiche quando si vogliono potenziare pesi e contrappesi).

Sappiamo già quanto ci costa la mancanza di pulizia, sicurezza, manutenzione, controllo preventivo, sulle nostre strade, superstrade, autostrade. Se non cambiamo immediatamente qualcosa, sappiatelo, con il rapido invecchiamento del cemento armato e con la crescente mancanza di qualità in tutte le installazioni e riparazioni di questi anni, anche la nostra società toscana subirà grandi sofferenze.

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Per chi volesse approfondire la drammaticità dei problemi della nostra rete stradale e autostradale, consigliamo la lettura di questi due articoli, i cui autori non hanno bisogno di presentazioni, per la loro qualità, competenza e indipendenza dai partiti politici nazionalisti e centralisti:

(Paolo Berdini) https://ilmanifesto.it/citta-e-territorio-da-73-a-22-euro-a-km-la-spesa-per-la-manutenzione/
(Guido Viale) https://ilmanifesto.it/dal-tav-alla-gronda-le-inutili-grandi-opere/

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Che ne pensate? Volete aiutarci a ripensare la gestione dei servizi pubblici universali come uno strumento di rafforzamento della nostra coesione sociale, di protezione dei nostri beni comuni, di valorizzazione del nostro territorio, delle nostre imprese, delle nostre proprietà? Scriveteci a info@comitatolibertatoscana.eu.

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