In difesa della sanità pubblica locale e universale

Contro il coro dei centralisti italiani e di coloro che ancora non si ribellano all’austerità europea, una presa di posizione di CLT, anche a nome della costituente “Libera Toscana” in difesa della sanità pubblica locale e universale

 

Per una sanità pubblica vicina alla gente

Firenze, venerdì 13 marzo 2020

1) Proprio in un momento così difficile è ancora più necessario difendere, in Toscana e in tutta la Repubblica, la conquista di una sanità pubblica, come servizio pubblico locale per eccellenza, universale, disponibile a tutti i residenti, senza alcuna discriminazione, finanziato dalla fiscalità generale.

2) Non può esistere una sanità veramente pubblica, che non sia operata da enti e istituzioni pubbliche e comunque SENZA SCOPO DI LUCRO.

3) Una sanità veramente pubblica è basata su servizi locali, perché la prossimità tra le persone e il loro medico di famiglia, con l’accesso ad ambulatori e infermerie di quartiere o di paese, è alla base di una medicina pubblica CHE CI INFORMA, CHE PREVIENE, CHE CI AIUTA A NON AMMALARCI. Aver tolto agli enti locali le risorse e i poteri per assicurare questo servizio di base è uno degli errori storici dell’attuale stagione di austerità e centralismo.

4) La sanità pubblica ha bisogno di ospedali cittadini e territoriali, prossimi alla gente. Questi ospedali non devono essere “aziende”, ma enti che si autogovernano, con buon senso e con attenzione alle esigenze concrete dei territori di cui sono al servizio, dall’Elba alle montagne.

5) La sanità pubblica ha bisogno di centri di eccellenza, innovazione, ricerca, oltre che di formazione per nuove generazioni di medici, infermieri e tecnici. In Toscana abbiamo tre grandi ospedali universitari. Dobbiamo tenerceli stretti; far uscire anch’essi dalla logica “aziendale”; valorizzarli nella loro autonomia organizzativa e scientifica.

6) Nella Repubblica italiana non esiste alcuna sanità “federale”. I soldi e la maggior parte delle norme sono decise dal governo centrale. Le possibilità di sperimentare modelli organizzativi autonomi sono modeste. Chiedere ancora più “centralismo” è assurdo. In tutti i paesi avanzati (e anche in alcune fortunate realtà italiane dotate di maggiore autonomia, come il Trentino) i servizi pubblici sono gestiti localmente, perché è così che essi possono essere davvero vicini alla gente.

7) Coloro che insistono ad attribuire la debolezza e le crisi della sanità italiana, in particolare quella del Sud, alla timida e incompiuta riforma del Titolo V della Costituzione, sono come un disco rotto inascoltabile. Basterebbe guardare con occhi più critici a com’è ridotta la Calabria, dopo dieci anni di commissariamento da parte di governi centrali di ogni colore, per capire che il centralismo non può essere la cura di alcun problema causato dal centralismo.

RESPINGIAMO CON FORZA L’ATTACCO DEL CENTRALISMO AUTORITARIO E DELL’AUSTERITA’ ARTIFICIALE IMPOSTA DA REGOLE EUROPEE SBAGLIATE, CONTRO LA SANITÀ PUBBLICA, LOCALE, AUTONOMA, VICINA ALLA GENTE.

IL CENTRALISMO SANITARIO CI COSTRINGEREBBE SOLO AD ESSERE, ANCORA PIU’ DI OGGI, MIGRANTI OBBLIGATI AI “VIAGGI DELLA SPERANZA SANITARIA” (A SPESE DELLE FAMIGLIE). MENTRE INVECE DOBBIAMO LOTTARE PER POTERCI CURARE GRATUITAMENTE, CIASCUNO NELLA PROPRIA TERRA.

A cura del Consiglio federale di Comitato Libertà Toscana,
promotore della costituente “Libera Toscana”


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