MOZIONE DI CLT – NO INCENTIVI ALLE CENTRALI A BIOMASSE

Riportiamo qui di seguito il testo della mozione presentata da CLT e approvata alla General Assembly 2022 di EFA (12-14/05/2022) riguardante gli incentivi pubblici alle centrali a biomasse.

La mozione è stata presentata all’Unione Europea.

Considerato:

Che il tema delle biomasse vegetali è legato a temi chiave per la sostenibilità della nostra società e del nostro pianeta, quali conservazione e tutela ambientale, servizi ecosistemici, emissioni di gas a effetto serra

Che il 48% del materiale legnoso utilizzato nell’unione europea è usato per scopi energetici

Che l’utilizzo di biomasse vegetali può considerarsi a “emissioni zero” soltanto se le quantità che vengono bruciate annualmente in un territorio sono inferiori alle quantità di biomasse che il territorio stesso produce in un anno, cosa che in paesi come l’Italia non avviene

Che l’utilizzo di biomasse vegetali come fonte energetica libera in atmosfera 390 Kg di CO2 per ogni Megawattora prodotto (superiori ai 350 kg per megawattora liberati bruciando carbone, ai 270 kg liberati bruciando gasolio e ai 200 kg bruciando metano) e che il 9% di tutte le emissioni UE è dovuta alla combustione di biomasse vegetali

Che anche nel caso in cui le biomasse a scopo energetico vengano utilizzate in modo rinnovabile, ovvero in quantità inferiori a quanto il territorio ne produce annualmente, il loro utilizzo comporta un mancato stoccaggio di carbonio

Che per invertire il trend delle emissioni di CO2 è necessario intervenire non solo diminuendo le emissioni, ma anche aumentando lo stoccaggio di carbonio, e che le piante contribuiscono a questo attraverso la loro produzione netta, (data dal carbonio fissato attraverso la fotosintesi meno quello utilizzato per la respirazione)

Che le centrali a biomasse emettono polveri sottili in quantità maggiori di quelle emesse per la combustione metano ma anche di carburanti o altri idrocarburi

Che nel caso in cui le biomasse vegetali vengano utilizzate a scopo energetico in territori e nazioni distanti dal luogo di produzione, agli impatti sopracitati si aggiunge quello legato al trasporto, che avviene con ulteriore consumo energetico, spesso attraverso camion che bruciano combustibili fossili e che dunque un approccio “kilometro zero” riduce questi ulteriori impatti.
Che sulle attuali filiere di utilizzo di materiale legnoso c’è una altissima mancanza di trasparenza, al punto che il 60% del materiale bruciato in Italia (pari a circa 28 milioni di metri cubi annui) è di provenienza incerta, come emerso in un importante convegno sulla materia (“Biomasse legnose opportunità o problema per la mitigazione climatica”)

Che la redditività di molte centrali a biomasse si fonda sugli incentivi (è il caso della centrale di Mercure nel Pollino che nel 2016 ha visto 39 milioni di euro derivanti da incentivi pubblici su una redditività totale di 49 milioni di euro)

 

Si chiede all’Unione Europea

1) Di modificare le proprie direttive in materia di biomasse, affinché venga favorita una gestione dei prodotti di origine vegetale che garantisca il massimo stoccaggio di carbonio (materiale da costruzione, cippato e compost, necromassa vegetale nei boschi)

2) Che venga considerato ecologico l’utilizzo di biomasse vegetali a scopo energetico esclusivamente quando questo uso sia residuale, avvenga in prossimità dei luoghi di produzione di tale materiale e sia difficile una gestione come quelle elencate al punto 1

Che si giunga in modo progressivo ma rapido a una abolizione dei sussidi all’uso energetico delle biomasse

testo inglese

Considering:

That the issue of plant biomass is linked to key issues for the sustainability of our society and our planet, such as environmental conservation and protection, ecosystem services, greenhouse gas emissions

That 48% of the woody material used in the European Union is used for energy purposes

That the use of plant biomass can be considered “zero emission” only if the quantities burned annually in a territory are less than the quantity of biomass that the territory itself produces in a year, which is not the case in countries such as Italy

that the use of vegetable biomass as an energy source releases 390 kg of CO2 into the atmosphere for each Megawatt hour produced (more than the 350 kg per Megawatt hour released by burning coal, the 270 kg released by burning gas oil and the 200 kg released by burning methane) and that 9% of all EU emissions are due to the combustion of vegetable biomasses

That even if biomass for energy purposes is used in a renewable way, i.e. in quantities less than what the territory produces annually, its use leads to a lack of carbon storage

that in order to reverse the trend of CO2 emissions, it is necessary to intervene not only by reducing emissions, but also by increasing carbon storage, and that plants contribute to this through their net production (given by the carbon fixed through photosynthesis minus that used for respiration)

That biomass power stations emit greater quantities of particulate matter than those emitted by burning methane but also fuels or other hydrocarbons

That the storage of the material in the waiting period causes a large space requirement, even if the plant biomass is completely dried, shredded and/or reduced to pellets (an energy-intensive operation), large volumes are needed to store the biomass needed for non-domestic use far from the production site

That when plant biomass is used for energy purposes in territories and countries far away from the place of production, the above-mentioned impacts are compounded by the impacts of transport, which involves additional energy consumption, often by lorries burning fossil fuels, and that therefore a “zero kilometre” approach reduces these additional impacts.
That there is a very high lack of transparency in the current supply chains for the use of wood material, to the point that 60% of the material burned in Italy (equivalent to about 28 million cubic metres per year) is of uncertain origin, as emerged at a major conference on the subject (“Woody biomass, opportunity or problem for climate mitigation”)

that the profitability of many biomass power plants is based on incentives (this is the case of the Mercure power plant in Pollino, which in 2016 received €39 million from public incentives out of a total profitability of €49 million)

 

We ask the European Union

1) Amend its directives on biomass in order to encourage the management of plant-based products in such a way as to ensure maximum carbon storage (building material, woodchips and compost, and plant necromass in forests).

2) That the use of plant biomass for energy purposes be considered ecological only when this use is residual, takes place close to the places where the material is produced and management of the kind listed in point 1 is difficult.)

The gradual but rapid abolition of subsidies for the energetic use of biomass.