Libro bianco-rosso

Per una “hosa” toscana, per una “hasa” toscana

Il “libro bianco-rosso” è una raccolta di punti politici e programmatici, che sintetizzano gli argomenti che vorremmo discutere e approfondire insieme, per dare attuazione concreta ai nostri principi (gli “11 punti“). La piattaforma è stata presentata ed approvata dal congresso del 4 marzo 2017.

Con questa riflessione programmatica vogliamo proporre una Toscana ideale, da costruire insieme.

Il bianco e il rosso sono i colori della Toscana sin dai tempi di Ugo di Tuscia*.

Verso un programma di autogoverno concreto per il nostro nuovo movimento

 

  1. Indipendentismo civico come ricerca di un moderno autogoverno, senza scorie etniciste o nazionaliste

  2. Basta con la concentrazione di potere e ricchezza nei grandi stati moderni e nelle agenzie della globalizzazione

  3. Cittadini sovrani attivi, non più solo sudditi, utenti, pazienti, consumatori

  4. Toscana come paese ideale, unito da una storia e da una identità, a misura di persona umana, fatto a miccino per una esperienza di autogoverno civico, liberale, democratico, sociale – Toscana dolce patria nostra (Piero Calamandrei)

  5. Ritrovare le radici naturalmente anarchiche e candidamente socialiste dei movimenti di lavoratori e artigiani toscani di prima delle due guerre mondiali

  6. Ripartire dai dissidenti del Risorgimento, che rifiutarono lo stato militarista e colonialista dei conquistatori sabaudi

  7. Rifarsi ai moderni critici del centralismo italiano, fra i quali Antonio Gramsci, Gaetano Salvemini, don Luigi Sturzo

  8. Ci ispiriamo alla sobrietà e alla serietà della Scuola di Barbiana, seguendo don Lorenzo Milani, profeta dei “Ventimila Sammarini” (secondo la testimonianza di Alessandro Mazzerelli, “Ho seguito don Lorenzo Milani profeta della terza via”, Rimini : Il cerchio, 2007, pag. 31)

  9. Adesione ai valori fondamentali della Costituzione del 1948 e degli Statuti della Toscana, come regione istituita nel 1970

  10. Riforma dei comuni per farne comunità dove ciascun quartiere e paesino – ogni borgo – abbia dignità e possa eleggere direttamente le proprie autorità

  11. Le città non dovranno dominare le comunità rurali

  12. Progressiva eliminazione di prefetture e di ogni altro potere che si interponga fra le comunità e il governo toscano

  13. Promozione della democrazia diretta a tutti i livelli in cui i cittadini la richiedano

  14. La vita dei partiti in Toscana dovrà essere fondata sulla democrazia interna, resa possibile da primarie organizzate sotto la garanzia delle autorità pubbliche

  15. Drastico sfoltimento delle leggi

  16. No a ogni proibizionismo che tolga responsabilità all’individuo

  17. In ogni borgo una scuola pubblica, gratuita, a tempo pieno, comprensiva di nido, scuola materna, scuola elementare

  18. In ogni comunità una scuola media e superiore pubblica e gratuita, che conduca i giovani, entro i 18 anni, alle soglie del lavoro o degli studi superiori

  19. Dopo aver passato cinque giornate piene a scuola, gli alunni devono tornare a casa pronti e liberi dall’ansia dei compiti

  20. Accedere alle università e ai centri di ricerca deve essere considerato un lavoro; gli studenti e i ricercatori universitari hanno diritto a un alloggio e a uno stipendio

  21. L’intero territorio toscano, con tutti i suoi beni ambientali e culturali, deve essere considerato come la propria casa e deve essere integralmente protetto

  22. Basta con il consumo di suolo e decongestione delle aree urbane

  23. Protezione fiscale del diritto alla prima casa e delle piccole proprietà

  24. Aggravi fiscali per gli eccessi di concentrazione proprietaria; particolari aggravi fiscali per chi lascia degradare le sue proprietà

  25. Rinaturalizzazione dei corsi d’acqua

  26. Economia del riciclo e rifiuti zero

  27. L’acqua è pubblica e gli acquedotti devono essere gestiti da fondazioni pubbliche locali, senza scopo di lucro

  28. Una polizia toscana

  29. Una autonoma amministrazione della giustizia

  30. Umanizzazione delle nostre carceri

  31. Sorveglianza del territorio, per stroncare ogni forma di schiavismo, lavoro nero, morti bianche

  32. I Toscani devono essere padroni delle proprie reti e infrastrutture, porti e aeroporti, energie e telecomunicazioni; quindi tutte le reti e tutte le utilità pubbliche devono essere gestite da società toscane, governate da comitati rappresentativi di cittadini utenti, lavoratori, esperti, autorità politiche

  33. Abbiamo diritto a una sanità pubblica che investa primariamente in prevenzione e in stili di vita salutari

  34. Ogni borgo deve avere il suo centro medico

  35. Ogni comunità deve avere il suo ospedale per le cure più comuni

  36. La Toscana deve sostenere i grandi ospedali universitari e alcuni altri centri sanitari di eccellenza, per le cure più complesse

  37. Noi crediamo che i movimenti dei lavoratori debbano puntare alla riduzione dell’orario di lavoro, verso le 30 ore

  38. Ogni persona che vive in Toscana da almeno 20 anni, ha diritto a una pensione minima dignitosa al compimento dei 65 anni; il risparmio previdenziali dei lavoratori deve considerarsi aggiuntivo alla pensione minima e deve essere protetto fiscalmente

  39. Mercati aperti ma solo a stipendi e orari paragonabili e a parità di protezione dell’ambiente

  40. La Toscana deve partecipare attivamente alla riforma delle istituzioni europee, per ripristinare un’autentica sussidiarietà, restituendo sovranità ai parlamenti locali, primariamente e urgentemente in materia di agricoltura, lavoro, politiche sociali, sanità, servizi pubblici universali

  41. In tutte le istituzioni europee e internazionali che si deciderà di mantenere, dovrà esserci un rappresentante della Toscana, democraticamente eletto dal popolo toscano

  42. Sorellanza verso tutti i movimenti nonviolenti di liberazione nazionale, territoriale e sociale

  43. Impegno per la pace universale e per il disarmo; rifiuto di ogni forma di interventismo neocolonialista; scioglimento della NATO, in favore di pià ampi patti di non-aggressione e mutua difesa, senza più strutture e basi militari permanenti

  44. A sostegno di tutti questi progetti di autogoverno e, più in generale, di un progressivo ritorno al controllo popolare su ogni altro aspetto della vita economica, sociale e politica della Toscana, si deve puntare alla piena autonomia finanziaria e monetaria, anche attraverso una riforma condivisa dell’Euro e il ritorno alla circolazione di una o più valute complementari locali

  45. Il contribuente deve aver chiaro quanto del suo contributo resta alle proprie comunità locali (la parte più grande) e quanto invece resta (la parte più piccola) per il governo toscano, oltre che per la solidarietà italiana, europea e internazionale

  46. La Toscana si farà carico della propria parte degli immensi debiti pubblici accumulati dalla storia italiana e dalle burocrazie europee e internazionali; il debito pubblico deve essere gradualmente sterilizzato e sottratto alla speculazione; non potrà essere detenuto da privati; produrrà solo un minimo interesse legale; non si possono pagare interessi sugli interessi

  47. Il governo toscano deve attenersi a un uso moderato e ordinato delle risorse finanziarie, accantonando ogni anno quanto serve per fronteggiare le emergenze o per i progetti a più lungo termine

*Il marchese Ugo di Tuscia, il “Gran Barone” ricordato da Dante nel canto XVI del Paradiso, governò la Toscana dal 970 ca. al 1001. La sua insegna, ancora oggi visibile nella Badia Fiorentina dove è sepolto, è uno scudo rosso con tre “pali d’argento”, cioè tre strisce bianche. Il suo governo e la sua memoria rimasero impressi nella storia toscana, tanto che da allora i suoi colori vennero adottati da molte comunità e autorità toscane, da Firenze e, infine, dalla stessa Regione Toscana.