NO al taglio dei parlamentari

Comitato Libertà Toscana, peraltro in armonia con la maggior parte degli autonomisti, decentralisti, localisti italiani, si schiera per il NO al referendum sul taglio brutale della rappresentanza parlamentare. Un ordine del giorno del Consiglio federale approvato ieri mercoledì 9 settembre 2020.

 

Comitato Libertà Toscana

https://www.liberatoscana.eu

Membro di Autonomie e Ambiente (AeA)

Promotore della costituente #LiberaToscana

Ordine del giorno del Consiglio federale di mercoledì 9 settembre 2020

sul referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari

Il consiglio federale di Comitato Libertà Toscana si esprime per il NO al referendum costituzionale del prossimo 20-21 settembre sulla riduzione del numero dei parlamentari.

1) Non quanti sono ma COME vengono scelti e stipendiati
Da quasi trent’anni, per la precisione dall’entrata in vigore, nel 1993, della legge Mattarella, il problema centrale non è il numero dei parlamentari ma la possibilità tolta ai cittadini del diritto di scegliere una per una le persone che li rappresentano.
Da trent’anni i candidati locali, indipendenti, oppure i candidati dissidenti all’interno di una forza politica non sono più in grado di proporsi agli elettori direttamente a pari condizioni.
La scelta degli eletti adesso è nelle mani di pochissimi capi di partito, spesso i soliti partiti centralisti, verticisti ed inevitabilmente autoritari. Il susseguirsi dei vari Mattarellum, Porcellum, Italicum, Rosatellum, ci racconta la deriva della Repubblica.

Meno parlamentari vuol dire meno posti da assegnare nei collegi, ossia più potere di scelta da parte delle segreterie di partito e più fidelizzazione dei candidati.
Questa continua corrosione dei diritti/doveri dei cittadini deve finire.

2) L’attacco al Senato delle REGIONI
Denunciamo la retorica antiparlamentare e antidemocratica che invoca un “taglio” dei parlamentari: dietro di essa si nasconde  la legge Fornaro (il cui primo firmatario è capogruppo LEU alla Camera), che contiene un attacco diretto a principi costituzionali come l’elezione su base regionale del Senato e la partecipazione dei delegati regionali all’elezione del presidente della Repubblica (artt. 57 e 83 della Costituzione).
Questo disegno di legge è per noi inaccettabile e non esitiamo a definirlo eversivo: un attacco frontale alla Repubblica delle Autonomie, l’ennesimo abuso del centralismo autoritario.

3) I rischi nel RIDISEGNARE collegi più grandi

La riduzione del numero dei parlamentari comporta ridisegnare collegi più grandi. È concreto il pericolo che siano decisi secondo le tendenze elettorali, ossia chi li ridisegna può fare in modo di avere nelle nuove circoscrizioni zone storicamente più favorevoli, per garantirsi maggiori margini di vittoria. Inoltre in collegi più grandi serviranno più risorse economiche per la campagna elettorale dei candidati, avvantaggiando i più ricchi o i più “finanziati”, con il rischio di avere una classe politica ancora più elitaria.

4) NO al taglio della rappresentanza in PARLAMENTO
Il presunto “risparmio”, ripetuto per decenni dai politici  e mai attuato nella sostanza, viene usato per confondere i cittadini.

In un paese dove si continuano a moltiplicare incarichi ministeriali, commissariali, prefettizi, di alta dirigenza centrale e centralista, con stipendi e spese da capogiro, il risparmio andrebbe fatto ricercando efficienza amministrativa e non attaccando gli eletti e gli elettori.
Votare NO a questo taglio, aritmetico e brutale,della rappresentanza significa oggi porre un freno all’ingordigia liberticida dei partiti.
Il taglio lascerebbe interi territori della Repubblica privi di una rappresentanza, in particolare, come è evidente a tutti, i territori periferici, quelli più spopolati ed impoveriti dai guasti del colonialismo interno e dagli errori della globalizzazione.

La diminuzione non deve essere del numero dei parlamentari ma delle retribuzioni ai politici che sono vergognosamente alte e non rispecchiano il lavoro svolto.

Opponiamoci alla prepotenza dei partiti centralisti che vogliono togliere rappresentanza al popolo e ai territori: VOTIAMO NO!